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Sede di Fonte dell'Ovo 14/02/2019

Incontro con la partigiana Virginia Manaresi

Martedl12 febbraio 2019, nell'ambito delle iniziative previste per la Giornata della Memoria, le classi terze hanno incontrato la partigiana Virginia Manaresi, deportata nel 1944 come prigioniera politica nel lager di Bolzano. La testimonianza è stata preceduta da un introduzione del dottor Marco Orazi del CIDRA, Centro di Ricerca Imolese che si occupa di resistenza e antifascismo.
 

Virginia Manaresi, detta «Gina», è nata il 26 novembre 1924 a Imola. Cresciuta in una famiglia antifascista, fin da giovanissima aderì al movimento della resistenza.
Fu addetta alla distribuzione della stampa clandestina e ai collegamenti con il movimento partigiano attivo sul territorio emiliano. Partecipò anche ad azioni di guerriglia e prestò servizio come staffetta fino al 29 novembre 1944, giorno del suo arresto. Pur avendo la possibilità di darsi alla latitanza, preferì farsi catturare insieme con otto compagni per non mettere a repentaglio la vita dei suoi familiari.

Rinchiusa nella Rocca di Imola, subì estenuanti interrogatori e maltrattamenti.
Venne poi trasferita nel carcere di San Giovanni in Monte (Bologna) dove fu registrata come maschio, errore scoperto solo il 22 dicembre 1944, quando si dispose il suo invio nel campo di concentramento di Bolzano insieme ad un centinaio di altri prigionieri politici bolognesi. Qui viene registrata con la matricola n° 8008.
A Bolzano, come prigioniera politica, fu addetta prima ai servizi della cucina, che le consentirono di sottrarre bucce di patate per i denutriti compagni di prigionia.
Successivamente lavorò nell'officina installata nella galleria. Qui conobbe alcuni operai ferraresi, che nell'aprile 1945 l'aiutarono ad evadere e a raggiungere il movimento partigiano operante in Val di Non. Con la divisa di partigiano, su cui era appuntato il triangolo rosso di prigioniera politica e 8 stellette, una per ogni compagno arrestato, rientrò a Imola il 15 maggio 1945. «Fui fortunata. Sono ritornata», mentre molti compagni «con cui ho avuto a che fare non li ho più ritrovati vivi».

 

 

 
 

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